Brano: NOTERELLE E SCHERMAGLIE 227
IL MONDO CATTOLICO E LO SPORT: GINO BARTALI
La recente edizione di un testo miscellaneo dedicato a Fausto Coppi I conferma come da qualche tempo anche lo sport venga assunto, almeno da parte di alcuni storici, a paradigma di fenomeni la cui correlazione in riferimento al piú ampio contesto politico, sociale ed economico appare evidente. Il mito del `campionissimo' e della sua rivalità con Gino Bartali, tramandatosi attraverso una specie di storia sussurrata e proiezione di modelli etici è, probabilmente, uno di quei temi che, vuoi per l'appartenenza al fenomeno sportivo cosí esposto alla deformazione mitologica, vuoi per le implicanze — presunte o reali ma comunque fortemente presenti nell'immaginario popolare — di carattere politico e sociale, non possono essere obiettivamente sottovalutati.
Nel testo in questione i motivi della rivalità frA coppisti e bartaliani vengono ricondotti da Luigi Manconi e Nicola Gallerano, che si preoccupano di ridurre entro eque proporzioni affrettate equazi[...]
[...] della ruralità (Abele secondo la tradizione biblica) contrapposto a quello della città (Caino):
Il segreto della `continuità' è anche, e soprattutto, nella purezza patriarcale della sua vita: marito, padre esemplare, le tentazioni, i trionfi, i denari della grande città non l'hanno né allettato né mutato: egli è rimasto l'artigiano, il contadino, il lavoratore toscano, attaccato alla sua gente, alla sua terra, alla sua casa [...] (L. Ferretti, Gino Bartali, « Stadium », aprile 1949, p. 6).
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 229
Va tuttavia detto come, accanto al mito domestico e familiare del pio Bartali
emerge, nella stampa cattolica quello del Bartali pugnace, combattivo, affatto remissivo e simbolo della riscossa del mondo cattolico; un Bartali nel quale si
sostituisce — secondo una felice definizione — alla « figura mansueta del francescano quella del pugnace domenicano » (C. Trabucco, Intervista con Bartali, « L'Avvenire d'Italia », 28 luglio 1948). E, sotto la pugnace veste del domenicano, Gino Bartali è colui che con le sue vittorie consacrate [...]
[...]to al mito domestico e familiare del pio Bartali
emerge, nella stampa cattolica quello del Bartali pugnace, combattivo, affatto remissivo e simbolo della riscossa del mondo cattolico; un Bartali nel quale si
sostituisce — secondo una felice definizione — alla « figura mansueta del francescano quella del pugnace domenicano » (C. Trabucco, Intervista con Bartali, « L'Avvenire d'Italia », 28 luglio 1948). E, sotto la pugnace veste del domenicano, Gino Bartali è colui che con le sue vittorie consacrate alla Madonna di Lourdes o a Santa Teresa di Lisieux offre alle masse popolari italiane « il senso della virtú della loro stirpe » (Idem); è colui che Pio xii, nel 1947, additava alle schiere degli uomini di Azione Cattolica invitandoli alla mobilitazione contro il pericolo comunista:
[ ... ] è l'ora dell'azione [ ... ] è l'ora della prova. La dura gara di cui parla San Paolo è in corso; è l'ora dello sforzo intenso. Anche 'pochi istanti possono decidere la vittoria. Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha piú volte gua[...]
[...]di Lisieux offre alle masse popolari italiane « il senso della virtú della loro stirpe » (Idem); è colui che Pio xii, nel 1947, additava alle schiere degli uomini di Azione Cattolica invitandoli alla mobilitazione contro il pericolo comunista:
[ ... ] è l'ora dell'azione [ ... ] è l'ora della prova. La dura gara di cui parla San Paolo è in corso; è l'ora dello sforzo intenso. Anche 'pochi istanti possono decidere la vittoria. Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha piú volte guadagnato l'ambita `maglia'. Correte anche voi in questo campionato ideale, in modo da conquistare una ben piú nobile palma: Sic currite ut comprehendetis (I Cor. 9, 24) (Discorso di S.S. Pio XII agli uomini di Azione Cattolica, « La Civiltà Cattolica », III, 1947, p. 553).
2. Occorre tuttavia mettere in luce come il mito bartaliano, pur essendo caratterizzato per tutta la sua durata da una sostanziale continuità di contenuti, ha assunto significati diversi nei differenti contesti politici in cui si è mosso, ossia durante gli ultimi anni del [...]
[...]ssificato secondo, l'organo dell'associazionismo sportivo cattolico, riconoscendo che Coppi era ormai « il piú forte, il piú `fenomenale' » lamentava come mancasse « a coronamento di questa inimitabile macchina sportiva fatta di muscoli e di stile, l'alone di umanità che circonfonde ed esalta l'atletica e nobile figura di Gino [...] questo cristiano che non chiude la sua fede in un eremo ma la
professa per tutte le vie del mondo » (L. Ferretti, Gino Bartali, « Stadium », agosto 1949, pp. 56).
3. Non è facile, a causa anche di un'enfatica mitizzazione tramandatasi nella
fantasia popolare, dare il giusto peso ad uno dei punti piú controversi della vicenda bartaliana ossia al ruolo taumaturgico della sua vittoria, al Tour de France
nel 1948 in coincidenza con le calde giornate seguite all'attentato a Togliatti. Sul problema, sfiorato di recente anche da Massimo Caprara, la stampa cattolica non sembrò, in quei momenti, nutrire il minimo dubbio sulla capacità che quella
vittoria ebbe come deterrente contro la rabbia popolare in seguito all'attent[...]